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Odnośniki

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mente stava nascosto sotto l altare maggiore per vedere
qualche atto della sua santità, e udito parlare con santo
Michele Arcagnolo, e le parole che diceano erano que-
ste. Dicea santo Michele: «Frate Pietro, tu ti se affatica-
to fedelemente per me, e in molti modi hai afflitto il tuo
corpo; ecco io sono venuto a consolarti acciò che tu do-
mandi qualunque grazia tu vuogli, e io te la voglio impe-
trare da Dio». Rispondea frate Pietro: «Santissimo Pren-
cipe della milizia celestiale e fedelissimo zelatore dello
amore divino e pietoso protettore delle anime, io t ad-
domando questa grazia, che tu mi impetri da Dio la per-
donanza delle miei peccati». Rispuose santo Michele:
«Chiedi altra grazia, ché questa t accatterò io agevolissi-
mamente». E frate Pietro non domandando nessuna al-
tra cosa, l Arcagnolo conchiuse: «Io, per la fede e divo-
zione la quale tu hai in me, ti procaccio cotesta grazia
che tu addimandi e molte altre». E compiuto il loro par-
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I Fioretti di san Francesco
lare, il quale durò per grande spazio, l Arcagnolo santo
Michele si partì, lasciandolo sommamente consolato.
Al tempo di questo santo frate Pietro, fu il santo frate
Currado da Offida, il quale essendo insieme di famiglia
nel luogo di Forano della custodia d Ancona, il detto
frate Currado se ne andò un dì nella selva a contemplare
di Dio, e frate Pietro segretamente andò dirietro a lui
per vedere ciò che gli addivenisse. E frate Currado co-
minciò a stare in orazione e pregare divotissimamente la
Vergine Maria con grande pietà ch ella gli accattasse
questa grazia dal suo benedetto Figliuolo, ch egli sentis-
se un poco di quella dolcezza la quale sentì santo Simeo-
ne il dì della Purificazione quand egli portò in braccio
Gesù Salvatore benedetto. E fatta questa orazione, la
misericordiosa Vergine Maria lo esaudì: eccoti ch ap-
parve la Reina del cielo col suo Figliuolo benedetto in
braccio, con grandissima chiarità di lume; e appressan-
dosi a frate Currado, sì gli puose in braccio quello bene-
detto Figliuolo, il quale egli ricevendo, divotissimamen-
te abbracciandolo e baciandolo e strignendolosi al
petto, tutto si struggeva e risolveva in amore divino e
inesplicabile consolazione. E frate Pietro simigliante-
mente, il quale di nascosto vedea ogni cosa, sentì
nell anima sua una grandissima dolcezza e consolazione.
E partendo la Vergine Maria da frate Currado, frate Pie-
tro in fretta si ritornò al luogo, per non essere veduto da
lui; ma poiché quando frate Currado tornava tutto alle-
gro e giocondo, gli disse frate Pietro: «O cielico, grande
consolazione hai avuta oggi»; dicea frate Currado: «Che
è quello che tu dici, frate Pietro, e che sai tu quello che
io m abbia avuto?». «Ben so io, ben so, dicea frate Pie-
tro, come la Vergine Maria col suo benedetto figliuolo
t ha visitato». Allora frate Currado, il quale come vera-
mente umile desiderava d essere segreto nelle grazie di
Dio, sì lo pregò che non lo dicesse a persona. E fu sì
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I Fioretti di san Francesco
grande l amore d allora innanzi tra loro due, che un cuo-
re e una anima parea che fusse infra loro in ogni cosa.
E  l detto frate Currado una volta, nello luogo di Si-
ruolo, con le sue orazioni liberò una femmina indemo-
niata orando per lei tutta la notte e apparendo alla ma-
dre sua; e la mattina si fuggì per non essere trovato e
onorato dal popolo.
A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco.
Amen.
CAPITOLO QUARANTATREESIMO
Come frate Currado da Offida convertì un frate giovane, mole-
stando egli gli altri frati.
E come il detto frate giovane morendo, egli apparve al detto
frate Currado, pregandolo che orasse per lui.
E come lo liberò per la sua orazione delle pene grandissime del
purgatorio.
Il detto frate Currado da Offida, mirabile zelatore
della evangelica povertà e della regola di santo France-
sco, fu di sì religiosa vita e di sì grande merito appo Id-
dio, che Cristo benedetto l onorò, nella vita e nella mor-
te, di molti miracoli.
Tra quali una volta, essendo venuto al luogo d Offida
forestiere, li frati il pregarono per l amore di Dio e della
carità, ch egli ammonisse uno frate giovane che era in
quello luogo, lo quale si portava sì fanciullescamente e
disordinatamente e dissolutamente, che li vecchi e li gio-
vani di quella famiglia turbava dello ufficio divino, e del-
le altre regolari osservanze o niente o poco si curava. Di
che frate Currado per compassione di quello giovane e
per li prieghi de frati, chiamò un dì a sparte il detto gio-
vane e in fervore di carità gli disse sì efficaci e divote pa-
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I Fioretti di san Francesco
role d ammaestramento che con la operazione della di-
vina grazia colui subitamente diventò, di fanciullo, vec-
chio di costumi e sì obbediente e benigno e sollecito e
divoto, e appresso sì pacifico e servente e a ogni cosa
virtuosa sì studioso, che come prima tutta la famiglia era
turbata per lui, così per lui tutti n erano contenti e con-
solati e fortemente l amavano.
Addivenne, come piacque a Dio, che pochi di poi do-
po questa sua conversione, il detto giovane si morì, di
che li detti frati si dolsono, e pochi di poi dopo la sua
morte, l anima sua apparve a frate Currado, istandosi [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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