Odnośniki
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me. Ne abbiamo già informato il comando di reggimen- to, perché, se vi sarà un azione, bisognerà distruggerla con un cannoncino da montagna. Ora, l avete l artiglieria? Sí, qualche pezzo, comincia ad arrivare. Vedi là, piú a destra? Sembra un cane bianco. È un osservatorio che domina l altro settore. E là, dove si vede un folto bo- schetto d abeti, v è il burrone. Là, la linea è interrotta, e riprende, dall altra parte, oltre il burrone. Io credevo, che, dietro di me, anch egli guardasse. La feritoia era grande e v era posto per due. Sentii la sua voce un po distante, mentre diceva: A un ufficiale del «Piemonte Reale» tremano le gambe meno che al suo cavallo. Un colpo di fucile seguí alle sue parole. Mi voltai. Il tenente era alla feritoia n. 14 e stramazzò al suolo. Mi slanciai per sostenerlo: ma egli era già morto. La palla l aveva colpito in fronte. 109 Letteratura italiana Einaudi Emilio Lussu - Un anno sull Altipiano XVII A metà agosto, si ricominciò a parlare d azione. I bat- taglioni erano stati ricostituiti. Alcune batterie da cam- pagna e da montagna avevano già preso posizione nel settore del corpo d armata. In linea, non si dormiva piú durante la notte. Pattuglie e tubi furono di nuovo messi in movimento. Un giorno, ci fu annunziato l assalto per l indomani, ma fu rinviato. Si poteva quindi contare su un giorno di vita assicurata. Chi non ha fatto la guerra, nelle condizioni in cui noi la facevamo, non può render- si un idea di questo godimento. Anche un ora sola, sicu- ra, in quelle condizioni, era molto. Poter dire, verso l al- ba, un ora prima dell assalto: «ecco, io dormo ancora mezz ora, io posso ancora dormire mezz ora, e poi mi sveglierò e mi fumerò una sigaretta, mi riscalderò una tazza di caffè, lo centellinerò sorso a sorso e poi mi fu- merò ancora una sigaretta» appariva già come il pro- gramma gradito di tutta una vita. Gli ordini per prepararci al nuovo combattimento coincisero con la notizia che alle bandiere dei due reggi- menti della brigata era stata concessa la medaglia d oro al valor militare. L eccezionale onore, che ci distingueva ancora una volta fra tutte le brigate di fanteria, sarebbe stato da noi tutti piú apprezzato se fossimo stati a riposo. Il comandante di brigata volle egualmente celebrare l av- venimento e chiamò tutti gli ufficiali a rapporto. In un breve discorso, rievocò il passato della brigata e ordinò che i comandanti di compagnia lo ricordassero ai reparti. Io ero con gli ufficiali del mio battaglione. Dopo il rapporto, che s era svolto al comando di brigata, risali- vamo assieme la linea. Dietro di noi, venivano gli ufficia- li del 1 battaglione, comandato dal capitano Zavattari. Egli, dal 2 battaglione era stato trasferito al 1 dopo la morte del maggiore, e ne aveva assunto il comando. Il 110 Letteratura italiana Einaudi Emilio Lussu - Un anno sull Altipiano mio battaglione era in trincea ed il 1 di rincalzo. Per rientrare in linea, noi dovevamo passare per il comando del 1 battaglione. Eravamo giunti all altezza del comando del 1 batta- glione, quando ci arrivò la notizia che il generale Leone era morto, colpito al petto da una pallottola esplosiva. Perché non chiamare le cose con il loro vero nome? Fu una gioia, un tripudio. Il capitano Zavattari, c invitò a fermarci al suo comando e fece sturare delle bottiglie. Bicchiere alla mano, egli prese la parola: Signori ufficiali! Sia permesso a un rappresentante del Ministero della Pubblica Istruzione e ad un capitano veterano di levate il bicchiere alla fortuna del nostro esercito. Imitando le belle tradizioni di alcuni popoli for- ti in cui i parenti celebrano la morte di un membro della loro famiglia con banchetti e danze, noi, non potendo fa- re di meglio, beviamo alla memoria del nostro generale. Non lacrime, o signori, ma una gioia, convenientemente contenuta. La mano di Dio è scesa sull Altipiano d Asia- go. Senza voler criticare il ritardo con cui la Provvidenza attua la sua volontà, dobbiamo peraltro affermare ch era tempo. Egli è partito. La pace sia con lui! Con lui la pace e con noi la gioia. E ci sia infine consentito rispettare da morto un generale che detestavamo da vivo. Eravamo tutti con i bicchieri levati, quando, nella mulattiera proveniente da Croce di Sant Antonio, fra gli abeti, apparve un ufficiale montato. Io ero di fronte alla mulattiera e lo vidi per primo. Egli veniva verso di noi. Io esclamai: Ma è impossibile! Tutti guardammo. Era il generale Leone. Sul mulo, l elmetto affondato fino agli occhi, il bastone alpino sull arcione, il binoccolo pendente al collo, il viso oscu- ro, veniva, trottando, incontro a noi. Signori ufficiali, attenti! gridò il capitano. Senza avere il tempo di deporre i bicchieri, ci met- 111 Letteratura italiana Einaudi Emilio Lussu - Un anno sull Altipiano temmo sull attenti. Anche il capitano si era irrigidito con il bicchiere in mano. Quale lieto avvenimento festeggiano? chiese, arci- gno, il generale. Vi fu un imbarazzo in tutti. Il capitano si riprese e ri- spose con una voce che sembrava venire d oltretomba:
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